Studi recenti hanno messo in luce l’origine dei diamanti giganti, caratterizzati da dimensioni fuori dall’ordinario e da un’origine insolita. I diamanti più grandi e famosi in tutto il mondo, sono nati in modo diverso da tutti gli altri: si sono, infatti, formati più in profondità nel mantello terrestre, a partire da metalli liquidi. La scoperta si deve al gruppo guidato da Evan Smith, del Gemological Institute of America, uno degli istituti gemmologici internazionali più prestigiosi, presso il quale si sono formati molti dei gemmologi di Diamanti Anversa.
All’interno dei diamanti giganti sono stati ritrovati frammenti di minerali che mostrano come queste pietre preziose si siano formate a circa 360 -750 chilometri di profondità, molto più in basso rispetto agli altri diamanti grezzi, che si formano a 150 – 200 chilometri di profondità.
Il carbonio puro si è cristallizzato in una fusione di metalli liquidi, formando poi i diamanti. I diamanti comuni, invece, si formano nel mantello terrestre e affiorano in superficie grazie alle eruzioni vulcaniche. Gli esemplari più rari e costosi, hanno una struttura visibile e chimica completamente diversa dagli altri, e ben poco si sapeva sulla loro formazione. La scoperta quindi, apre un nuovo scenario sui processi geologici che possono avvenire alle grandi profondità del nostro Pianeta, di grande interesse per gli amanti di queste pregiate pietre preziose.
Il diamante gigante per antonomasia è il Golden Jubilee, il quale, al momento della scoperta pesava circa 755 carati (151 grammi). Dopo il taglio il diamante raggiunse un peso di 545,67 carati (109,13 grammi).